lunedì 11 luglio 2011

Conventi e abbazie della Val di Foro

Lo sviluppo e la diffusione del Cristianesimo furono possibili nelle nostre zone, ancora fortemente segnate dai culti pagani dell'epoca preromana e romana, grazie al contributo decisivo del monachesimo, che non solo svolse un ruolo pastorale di primaria importanza ma ebbe una decisiva funzione economica, sociale e culturale, contribuendo a risollevare economicamente tanti territori impoveriti dalle invasioni barbariche. 
Sulla Majella sorsero decine di eremi mentre ai piedi dei monti, lungo il corso del fiume Foro, sulla fascia pedemontana collinare, vennero edificate piccole e grandi abbazie. La maggior parte delle fondazioni benedettine della zona del Foro risalgono al periodo di conversione dei Longobardi o alla dominazione carolingia. Tutte avevano come riferimento principale il centro monastico di San Liberatore a Majella, presso Serramonacesca, il quale riceveva l’influenza diretta di quello più importante di Montecassino. 
Accanto ai monasteri cistercensi, si svilupparono nel XIII secolo, gli insediamenti francescani, i quali sembrano ricalcare, differentemente dalle altre regioni d’Italia, gli ambiti diocesani delle singole parrocchie. A cominciare da quello di Francavilla, il cosiddetto convento “Michetti”, fondato nel XIII dall’ordine degli Zoccolanti, appartenente alla diocesi di Chieti, oppure il Convento delle Clarisse di Ortona, reso possibile nel 1334-5 grazie all’importante influenza dei francescani, insediatisi nella città già dopo il 1228, anno di canonizzazione del Santo.
L’avvento dei Francescani a Guardiagrele si deve alla concessione da parte del vescovo di Chieti nel 1256 della chiesa di S.Siro, ribattezzata S.Francesco, fortemente voluta dalla contessa di Manoppello, moglie di Napoleone I Orsini. 
Degna di rilievo è la facciata del convento a Bucchianico, con ricchi particolari architettonici scolpiti nel 1770 che trovano giustificazione dal desiderio dei frati di affermare il loro prestigio sui palazzi del nuovo ordine dei Camilliani da un lato e dei principi di Caracciolo dall’altro.
A Villamagna è ancora presente la Chiesa di San Francesco, ad esempio, costruita vicino al monastero dei Benedettini. A Roccamontepiano, dopo la frana del 1765 che distrusse il centro, l’intero paese si trovò concorde circa la scelta del luogo dove ricostruire: in prossimità del monastero di San Pietro, già “diruto” a quell’epoca, dopo essere stato soppresso intorno al XVI secolo.
Così a Ripa Teatina divenne famosa la Chiesa Conventuale di S. Maria della Pietà dei minori Francescani, donata loro da Papa Paolo III nel 1535. Con la caduta dell’Ancien Régime e la conquista dei territori da parte di Napoleone si assiste alla definitiva soppressione degli ordini francescani, già avviata nel ‘600.
Proprio a Ripa Teatina si svolge il 17 luglio "Quella notte al convento", la rievocazione storico-culturale di un episodio realmente accaduto nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 1799. 
 La manifestazione ripropone l'arrivo dell'esercito napoleonico a Ripa Teatina, dopo la proclamazione della repubblica cisalpina, nell'intenzione di esportare le grandi idee illuministe nel sud dell'Italia. Invece però di trovare eserciti armati e briganti in cerca di fortuna, fuggiti prima del loro arrivo, i transalpini trovarono 7 frati in preghiera. I francesi, arrabbiati e frustrati dalla sorpresa, sfogano la loro rabbia sui mansueti frati, che cadono ad uno ad uno, crivellati sotto i colpi dei soldati.
http://www.labachecadabruzzo.it/abruzzo_eventi/categorie-eventi/details/3229.html
http://www.ripateatina.org/?p=238

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