martedì 1 aprile 2014

Puliamo il Foro!


Nuove giornate di pulizie per il fiume Foro ... questa volta organizzate, oltre che dai singoli abitanti, anche dalle amministrazioni comunali. Vi aspettiamo numerosi ! 

mercoledì 15 gennaio 2014

Sant'Antonio Abate

Sant' Antonio abate, detto anche l'Anacoreta (Qumans, 251 circa – deserto della Tebaide, 17 gennaio 357), fu un eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati.

La vita di Antonio abate è nota attraverso la "Vita Antonii" pubblicata nel 357 circa, scritta da Atanasio, vescovo di Alessandria;  tradotta in varie lingue, l'opera divenne popolare tanto in Oriente quanto in Occidente e diede un contributo importante all'affermazione degli ideali della vita monastica. 

Grande rilievo assume, nella Vita Antonii la descrizione della lotta di Antonio contro le tentazioni del demonio. Era il 285 e rimase in questo luogo per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva calato due volte all'anno. In questo luogo egli proseguì la sua ricerca di totale purificazione, pur essendo aspramente tormentato, secondo la leggenda, dal demonio.Con il tempo molte persone vollero stare vicino a lui e, abbattute le mura del fortino, liberarono Antonio dal suo rifugio. Antonio allora si dedicò a lenire i sofferenti operando, secondo tradizione, "guarigioni" e "liberazioni dal demonio".


Ancora oggi in molti paesi dell'Abruzzo esiste un'antica tradizione popolare che si rinnova il 16 gennaio di ogni anno, vigilia della ricorrenza della festività di Sant'Antonio Abate. Un gruppo di persone con fisarmonica, chitarre e strumenti artigianali della tradizione popolare, gira la città, facendo visita a famiglie amiche, per cantare "lu sant'antunie": una lunga stornellata che racconta la storia del grande Abate. Vengono enfatizzate soprattutto le lotte che dovette sostenere contro il demonio, perciò uno del gruppo indossa una lunga veste rossa e agita un lungo forcone impersonando così il diavolo tentatore. In Val di Foro è possibile ascoltare e rivivere queste tradizioni grazie al Sant'Antonio di Villamagna https://www.facebook.com/events/707559352610971/?notif_t=plan_user_invited e di Montupoli. 

Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco (detto appunto di Sant'Antonio) vengono posti sotto la protezione di sant'Antonio, in onore del racconto che vedeva il Santo addirittura recarsi all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori.
Il legame con il fuoco e con la purificazione dal male è presente anche nella festa delle farchie di Fara Filiorum Petri.

Le farchie sono dei grossi fasci di canne legati ad arte, manualmente, con rami di salice rosso. Hanno una consistenza di circa 1 metro di diametro e circa 8 metri di lunghezza.
Il mito alla base del rito è basato su un miracolo di Sant'Antonio abate durante l'invasione francese del 1799. Secondo il racconto popolare Sant'Antonio abate apparve alle truppe francesi, che volevano entrare a Fara, e trasformò le querce che circondavano il paese in fiamme costringendo alla fuga i soldati.
Così i faresi il giorno prima della festa del santo (17 gennaio) compiono una processione all'imbrunire con fiaccole di canne. Altre fiaccole, più grandi, vengono poste lungo l'ultimo tratto della strada che portava alla chiesetta dedicata a sant'Antonio.
Sant'Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo.
La tradizione di benedire gli animali (in particolare i maiali) non è legata direttamente a sant'Antonio: nasce nel Medioevo in terra tedesca, quando era consuetudine che ogni villaggio allevasse un maiale da destinare all'ospedale, dove prestavano il loro servizio i monaci di sant'Antonio.